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30 Giugno 2023Geraint Thomas perde il 106° Giro d’Italia all’ultima tappa disponibile, risponde alla delusione con sportività e reagisce aiutando l’amico e avversario Mark Cavendish a vincere l’ultima frazione a Roma.
Al termine della prima settimana del Giro d’Italia 2023, sembra esserci un solo padrone e un solo corridore in grado di vincere la Corsa Rosa, è Remco Evenepoel. Il baby talento belga dopo la nona tappa ha già vinto due tappe e indossato il simbolo del primato per quattro giorni, senza mai mostrare un segno di cedimento. Qualcuno ipotizza che il Giro d’Italia sia già suo, troppo più forte degli altri e a metterlo fuori dai giochi sarà solamente il Covid nel giorno di riposo. A Cesena, alla nona tappa, Geraint Thomas – corridore trentaseienne della Ineos Grenadiers – occupa la seconda posizione in generale, con 45” secondi di ritardo da Evenepoel. Potrebbe fare giochetti, strategia, e invece si limita – persino in maniera un po’ scherzosa – a fare i complimenti sui social al suo avversario diretto.
La seconda settimana di Giro si snoda da Scandiano fino a Bergamo, passando per Camaiore, Rivoli, Cassano Magnago e sconfinando addirittura in Svizzera. Nella parte centrale di corsa il plotone lascia quasi sempre arrivare la fuga, Thomas è in maglia rosa ma non c’è un vero padrone, tant’è che lascia la prima posizione in classifica a un tenace Bruno Armirail.
La sportività oltre la sconfitta
Nella terza settimana non ci si può più nascondere, non c’è più tempo di bluffare, chi vuole vincere la Corsa Rosa deve agire. Sul Bondone vince il portoghese Joao Almeida, il quale regola in volata proprio Thomas. Il britannico è battuto all’arrivo ma torna comunque in maglia rosa. Dietro le quinte del podio, abbraccia l’avversario Almeida che ora sembra il vero rivale per la vittoria del 106° Giro d’Italia. Due giorni dopo sull’arrivo in Val di Zoldo, viene rilanciato il guanto di sfida, questa volta da parte di Primoz Roglic ma il britannico non molla nemmeno un centimetro. Sulle Tre Cime di Lavaredo, c’è il primo piccolissimo segno di cedimento, ne beneficia sempre lo sloveno che riesce a guadagnare però appena tre secondi. Thomas deve superare solamente l’ultimo scoglio: la cronoscalata al Monte Lussari, in programma per la penultima tappa del Giro, dove si presenta con ancora ventisei secondi di vantaggio su Roglic. Nella prova contro il tempo lo sloveno vola e rifila quaranta secondi al corridore della Ineos, il Giro è di Roglic, Thomas è battuto. Ha perso la maglia e il Giro all’ultima occasione possibile, ammette su Twitter di essere devastato ma nello stesso post non perde l’occasione di complimentarsi con il corridore della Jumbo, con il quale avevano già avuto modo di abbracciarsi e stringersi la mano nel corso delle tre settimane. Thomas accetta la sconfitta, non cerca scuse e ammette che Roglic – visto anche il problema meccanico - è stato semplicemente più forte. Un esempio di sportività.
Well I left it all out there. Chapeau @rogla, you deserve it mate. If you’d offered me this a few months ago when things didn’t seem to be going my way, I’d have taken it. But right now I feel pretty devastated #giro pic.twitter.com/BxTNFaWSwI
— Geraint Thomas (@GeraintThomas86) May 27, 2023
Il valore dell’amicizia
Il 28 maggio il gruppo compie gli ultimi 128 chilometri di fatica nella tappa conclusiva a Roma. Thomas è già spremuto, sia fisicamente che mentalmente, potrebbe cercare di godersi le ultime pedalate senza pensare allo smacco subito 24 ore prima. Invece nei chilometri finali si mette in testa a tirare. Qualcuno pensa che stia cercando una soluzione matta per rosicchiare i quattordici secondi a Roglic, che poi cosa sono quattordici miserabili secondi nell’economia di un Giro d’Italia, tre settimane di fatica e 3.363,8 chilometri. In realtà si è messo a disposizione dell’amico e connazionale Cavendish, anche se corrono per due formazioni diverse e lo aiuta in vista della volata finale. “Cannonball” parte, sprinta, vince e gran parte del merito è di Thomas che ha reagito alla sconfitta, aiutando un amico, seppur avversario. Un Signore. Dopo la linea i due si abbracciano, a Roma hanno sicuramente vinto in due.
Credits: Ineos GRENADIERS & Giro d'Italia