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15 Novembre 2024A soli 13 anni, il romagnolo Carlo Della Gatta ha vissuto una delle prove più difficili che un giovane possa affrontare: la battaglia contro un linfoma. Dopo mesi di cure, paura e speranza, è riuscito a tornare sul campo da calcio, il suo grande amore. La sua storia non è solo un racconto di resilienza fisica, ma anche una testimonianza toccante di solidarietà e amicizia, che va oltre la competizione sportiva. Il suo primo gol dopo la guarigione ha avuto un valore molto più profondo del semplice gesto atletico, racchiudendo il cuore di una storia di coraggio e umanità.
Da un semplice dolore a una diagnosi preoccupante
Tutto è cominciato a gennaio 2024, quando Carlo, appassionato di calcio fin dalla più tenera età, ha iniziato a sentire un dolore intenso all'addome dopo un allenamento. Quello che sembrava un malessere passeggero si è rivelato molto più grave. La famiglia lo portò immediatamente al pronto soccorso di Rimini, dove però inizialmente i medici non riuscirono a individuare nulla di specifico. Tuttavia, un’ecografia più approfondita svelò una peritonite che richiedeva un intervento chirurgico urgente.
Mentre la famiglia attendeva con ansia, i medici scoprirono qualcosa di molto più serio: un linfoma, già in uno stadio avanzato, tra il terzo e il quarto. Una diagnosi che lasciò tutti senza fiato. Per Carlo e i suoi cari iniziava un periodo di profonda incertezza e paura.
Una lotta senza sosta: la chemioterapia e il coraggio di un ragazzo
La diagnosi di linfoma ha significato per Carlo un cambiamento radicale nella sua vita quotidiana. Il giovane calciatore, abituato a trascorrere i pomeriggi tra partite e allenamenti, dovette mettere da parte il pallone per concentrarsi su una nuova, ben più difficile sfida: la lotta contro la malattia. Seguendo cicli di terapie, Carlo non si è mai arreso e non ha mai voluto interrompere la scuola. Determinato a non perdere l'anno scolastico, ha continuato a seguire le lezioni a distanza, grazie alla collaborazione dei suoi insegnanti. Quando possibile, riceveva la visita dei professori direttamente a casa, e si impegnava con dedizione per restare al passo con i suoi compagni.
L'amicizia con Lian: un legame nato in ospedale
Durante il suo percorso di cure, Carlo ha incontrato Lian, un bimbo di soli quattro anni che stava affrontando una prova altrettanto difficile. Lian doveva sottoporsi a un trapianto e, nonostante la differenza di età, tra i due è nata una connessione speciale. Carlo ha visto in Lian un piccolo guerriero come lui e ha voluto fargli da esempio e da sostegno. Mentre affrontava la sua battaglia personale, Carlo trovava il tempo per incoraggiare il piccolo amico, dimostrando che il vero coraggio non si limita a resistere alla propria sofferenza, ma si esprime anche nel saper dare forza agli altri.
Questo legame è diventato per Carlo una delle motivazioni principali per continuare a combattere. Ogni visita in ospedale non era solo una tappa del suo percorso di cura, ma anche un'opportunità per scambiare sorrisi e speranza con Lian.
Il ritorno in campo: un gol che vale più di una vittoria
Dopo mesi di cure e un lungo percorso di riabilitazione, Carlo è riuscito finalmente a tornare a casa e, a fine settembre, a rientrare in campo con la sua squadra, il Riccione Calcio 1926 Under 14. L’emozione di indossare di nuovo la maglia, di correre dietro al pallone e di stare insieme ai suoi compagni era qualcosa che Carlo aveva atteso per molto tempo. Ma ciò che è successo durante quella partita ha toccato profondamente chiunque fosse presente.
Nel corso della partita, Carlo ha segnato un gol su calcio d’angolo e l’esultanza però ha colpito tutti. Il giovane ha corso verso la tribuna, sollevando la sua divisa e mostrando una maglietta che aveva indossato sotto, senza che nessuno lo sapesse. Sulla maglietta c’era scritto “Forza Lian”, un messaggio che ha subito commosso i presenti.
Il gesto non è passato inosservato: il pubblico, i compagni, gli avversari e gli allenatori sono rimasti senza parole, commossi dal pensiero che Carlo, al suo rientro in campo dopo aver sconfitto la malattia, non avesse pensato solo a sé stesso, ma al piccolo amico che stava ancora combattendo. Quel gol non era solo per la sua squadra, era un simbolo di speranza e di sostegno per Lian, e un messaggio per tutti: il vero spirito sportivo va oltre la vittoria o la sconfitta.
Il futuro di Carlo: un sogno da realizzare
La storia di Carlo non si conclude con quel gol. Il giovane calciatore ora guarda avanti, con nuovi sogni e nuove sfide da affrontare. Oltre alla gioia di essere tornato a giocare con i suoi compagni, Carlo ha anche un piccolo grande sogno che presto potrebbe avverarsi: incontrare il suo idolo Domenico Berardi, attaccante del Sassuolo. È un desiderio che alimenta la sua passione per il calcio e che, dopo tutto ciò che ha passato, rappresenta una ricompensa per la sua resilienza e il suo spirito combattivo.
Ma al di là di questo sogno sportivo, Carlo ha già vinto la partita più importante: quella contro la malattia, dimostrando che la forza di volontà, la solidarietà e l'amore possono fare la differenza anche nelle situazioni più difficili. E il suo esempio resterà per sempre nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di vedere il suo straordinario gesto di umanità in campo.
Photo credits: Facebook Calcio Riccione 1926