Boxe Nicotera: la palestra di pugilato che insegna l’integrazione
21 Aprile 2023Luka Lochoshvili, il fair play che salva la vita
5 Maggio 2023Quando i genitori-tifosi iniziano a discutere e ad insultarsi a vicenda in tribuna, il giovane portiere degli Allievi del Ponte San Nicolò, Nicola Nardo, si avvicina agli spalti e li rimprovera. Un grido di rivendicazione del diritto di giocare a calcio.
“Fateci giocare!” Quello di Nicola Nardo, portiere di sedici anni degli Allievi del Ponte San Nicolò, contro i genitori-tifosi è un grido di protesta e rivendicazione del diritto di giocare a calcio. Un promemoria del fatto che, va bene l’agonismo, va bene il tifo, ma le partite di calcio non possono essere un calderone in cui liberarsi dei propri sentimenti negativi repressi. Soprattutto in un mondo, quello del calcio giovanile, che è per ragazzi e ragazze pur sempre uno dei tanti percorsi di crescita personale e collettiva.
E allora quando il tifo diventa troppo veemente o offensivo, quello che dovrebbe essere un sostegno ai giovani calciatori, si trasforma in un’appropriazione negativa del successo o dell’insuccesso dei propri figli.
È in seguito ad uno di questi episodi che Nicola ha perso la pazienza e ha rimproverato i genitori assiepati sugli spalti, intenti ad insultarsi a vicenda. Un capovolgimento di ruoli quasi a voler ricordare che dovrebbero essere mamme e papà a dare l’esempio e non il contrario.
Tutto nasce da una reazione accesa ad un fallo di gioco, che scuote gli animi dei tifosi, da una parte e dall’altra. Volano male parole che a lungo andare l’estremo difensore del Ponte San Nicolò non riesce più a tollerare: troppo il nervosismo nell’aria, troppa la negatività. Appena il gioco si interrompe Nicola si avvicina alle tribune e rimette in riga il tifo esagitato, intimando gli spettatori di smetterla, con la minaccia di lasciare il campo insieme ai propri compagni.
A quel punto - racconta il Mattino di Padova - i tifosi si tacciono, molti di loro manifestano approvazione per gli ammonimenti di Nicola, così come il proprio allenatore, Massimo Zanetti, e gli altri giocatori in campo.
Il calcio è forse lo sport che più di tutti ha nel tifo un vero soggetto partecipe degli incontri, che può influenzare e vivere la partita come proverbiale “dodicesimo giocatore” in un’atmosfera di un’intensità che non tutti gli atleti possono vivere. Ma il calcio giovanile non è solo attività agonistica, è anche un’occasione formativa che i genitori in tribuna dovrebbero essere i primi a tutelare.
Sull’episodio è intervenuto anche il presidente del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, Vito Tisci: «Nicola ha dato una lezione di vita ai genitori presenti sugli spalti. L’educatore in questo caso è stato lui, quando invece dovrebbe accadere il contrario», sono state le sue parole.
Un gesto, quello di Nicola Nardo, che gli vale la “nomination” al premio Green Card, uno dei riconoscimenti che saranno assegnati dall’SGS durante i Grassroots Awards, in programma a Coverciano il prossimo 17 giugno.