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24 Marzo 2023Nel maggio 2022 il giovane veronese Ettore Prà, si è reso protagonista di un gesto non comune. Quando il suo avversario diretto cade dalla bici nella gara di ciclocross “XC tra le torri”, lui si ferma a soccorrerlo e va comunque a vincere. Una dimostrazione di fair play che gli è valsa l'onorificenza di Alfiere della Repubblica.
La data è domenica primo maggio 2022. Lo scenario Farra di Soligo e l’occasione è la corsa “XC tra le torri” nella categoria Juniores. Sono rimasti due giovani ciclisti al comando della corsa, uno di quei testa a testa che appassionano e tengono col fiato sospeso.
Da un lato Matteo Ceschin, azzurro del team Vc Meduna. Dall’altro Ettore Prà, atleta del team Rudy Project. Va da sé che in una corsa a due, nel ciclocross come in qualunque sport racing, l’obiettivo alla fine non può che essere quello di lasciarsi alle spalle l’avversario e volare in solitaria verso la vittoria.
Questa volta però accade che Ceschin cada rovinosamente, scivolando a fondo valle. Un rischio ponderabile, quando si compete per obiettivi importanti e il margine fra successo e sconfitta è spesso lo stesso fra restare in piedi e cadere. Ciò che forse potrebbe essere meno prevedibile è la reazione di Ettore, che sceglie di fermarsi a soccorrere Ceschin aiutandolo a recuperare la bici.
E così gli avversari diventano compagni, compagni nel confronto e nella fatica. Ripartono insieme, i due ciclisti, continuando una sfida che in un attimo sarebbe potuta diventare una volata solitaria. Sarebbe bastata una scelta differente, magari Ettore ci ha anche pensato per un attimo e in fondo non ci sarebbe stato nulla di strano. Continuare la propria corsa e capitalizzare sulla sfortuna dell’avversario, perché dopotutto gli errori rientrano nel gioco, ci devono fare i conti tutti prima o poi.
Invece Prà ha scelto il fair play, forse anche perché lui quella vittoria se la sentiva dentro comunque, forse perché la competizione è nel Dna di qualunque atleta ed è sempre meglio che questa sia sportiva. Altrimenti diventa qualcosa di diverso, di più meschino e meno degno di chiamarsi sport, quanto piuttosto un semplice sfogo di energie.
E infatti alla fine è proprio Ettore a tagliare per primo il traguardo, conquistando una vittoria i cui contorni assumono un significato e un peso totalmente differenti rispetto a vincere abbandonando Ceschin alle proprie difficoltà.
Un gesto che, se non è un caso isolato, è comunque non comune nella propria solidarietà e sono anche i complimenti che arrivano da più parti a confermarlo. «Questo ragazzo ha messo a rischio una delle cose che per lui sono fra le più importanti, una di quelle cose per la quale si impegna tutti i giorni: allenamenti, dieta, rinunce di vario genere. Questo ragazzo ne sa molto di più di noi adulti concentrati a pensare al nostro interesse nella vita come nello sport», è stato il commento di Luciano Martellozzo, speaker e coordinatore di innumerevoli corse ciclistiche in Veneto.
Una dimostrazione di fair play che è arrivata anche all’attenzione di diverse personalità delle istituzioni, che gli hanno rivolto i loro complimenti. Applausi a distanza che lo stesso giovane campione di ciclocross veronese forse nemmeno ha cercato quando ha scelto di aiutare il suo avversario. E probabilmente Ettore ancor meno si sarebbe aspettato di essere insignito dell'onorificenza di Alfiere della Repubblica dallo stesso presidente Sergio Mattarella, qualche mese dopo, nel 2023. Ma proprio questo dà la dimensione di quanto non sia scontato che un atleta muova il focus dello sport dalla competizione al fair play.
Alla fine ciò che rimane è il valore del gesto, non fosse altro che come esempio di una sensibilità solidale a cui tendere, sia nel mondo nello sport, sia magari anche nelle proprie “competizioni di tutti i giorni”.