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Mohamed “Momo” Salah è uno dei giocatori di calcio più forti e famosi del mondo. Passato anche dall’Italia grazie alle sue esperienze con Fiorentina e Roma, l’ala destra gioca ormai da sei anni con il Liverpool, squadra con la quale ha vinto praticamente tutto: campionato inglese, coppa d’Inghilterra, Champions League e Mondiale per Club.
In poco tempo è diventato un vero e proprio beniamino della tifoseria Reds e non solo per i suoi oltre 160 gol complessivi realizzati, ma anche per il suo comportamento e la sua personalità fuori dal campo. Salah è egiziano e musulmano e negli anni ha contribuito a cambiare la percezione di questa religione tra la gente abbattendo i confini culturali in maniera positiva.
L’influenza nel mondo Liverpool
Sono molte le foto in giro per il web che lo mostrano in preghiera dopo aver raggiunto determinati obiettivi sportivi, e ancora di più quelle che lo ritraggono durante uno dei suoi progetti di beneficenza dedicati ai bambini o agli animali. L’influenza positiva di Salah sulla propria tifoseria è ben rappresentata da un coro che si può a volte sentire ad Anfield, la casa del Liverpool, e che recita «Salah è un dono di Allah» e «Se ne segna un altro diventerò anch’io musulmano».
Una dimostrazione di accettazione di questa religione, che rovescia il pensiero stereotipato dei musulmani “terroristi e pericolosi”. Come riportato da BBC Sport (che ha curato un approfondimento in occasione del prolungamento del contratto di Salah con il Liverpool la scorsa estate) da un paio di anni è anche cresciuto il numero di persone appartenenti alla comunità locale araba che vanno a vedere le partite del Liverpool allo stadio, e questo grazie ad un giocatore capace di attrarre le simpatie del pubblico grazie alle sue azioni sportive e non.
Ma Salah è un leader anche nello spogliatoio. In una vecchia intervista l’allenatore tedesco del Liverpool Jurgen Klopp ha dichiarato come la squadra si adegui a Salah rispettandolo e riservandoli il tempo e lo spazio per compiere riti religiosi prima delle partite. Il capitano del club, Jordan Henderson, ha anche detto che la squadra sceglie lo champagne analcolico quando vincono un trofeo così che anche Salah possa essere incluso a 360 gradi durante i festeggiamenti: «Nello spogliatoio non c’è nessuna intolleranza, perché non è così anche nel mondo?», si chiede.
”Effetto Salah”: una città aperta
E poi c’è la città di Liverpool, per molti considerata diversa dal resto dell’Inghilterra, un porto accogliente e aperto verso il nuovo e il diverso. Quando viene avvistato per strada Salah riceve sempre una grande accoglienza che viene ricambiata dal giocatore con foto e autografi. L’aspetto che lo rende così vicino ai tifosi è che nonostante la fama e i soldi Salah ha sempre mantenuto il tocco umano e non si è mai sentito al di sopra degli altri. Grande è anche il suo impegno verso le donne: «Si meritano molto di più di quello che la società gli sta dando finora. Vanno trattate con maggior rispetto», aveva dichiarato tempo fa rivolgendosi al mondo musulmano. Tanto che aveva girato uno sport in occasione della Giornata internazionale delle donne con la figlia maggiore Makka.
Un mix di azioni che hanno generato quello che ad oggi è conosciuto come “Effetto Salah”, ovvero l’essere riuscito a capovolgere il pensiero comune sull’Islam, facendo ricredere le opinioni di molti inglesi. “Effetto” confermato anche da uno studio dell’Università di Edimburgo i cui risultati hanno mostrato le opinioni positive sull’impatto del giocatore dentro e fuori dal campo. E d’altronde, si sa, lo sport è un grande rafforzatore di relazioni culturali. L’impatto del giocatore verso la riduzione dell’islamofobia – in particolare nella città con la moschea più antica della Gran Bretagna – è stato definito “fenomenale” dal sindaco della regione di Liverpool, Steve Rotheram, mentre il Time ha inserito Salah tra le 100 persone più influenti al mondo nel 2019.