Calcio e fair play: l’esempio dei ragazzi
10 Agosto 2022Gianni Maddaloni e l’oro di Scampia
26 Agosto 2022Imparare gli scacchi per imparare a prendere le decisioni giuste, valutando analiticamente ogni situazione.
Coltivando un sano spirito competitivo, prezioso per ricostruire la propria vita dopo un periodo passato in carcere. È lo scopo del progetto internazionale Chess for Freedom, una sorta di campionato mondiale di scacchi per squadre nazionali composte da detenuti, nato negli Stati Uniti.
In Italia l’iniziativa ha avuto particolare successo nel Carcere di Maiano, a Spoleto, in cui era già attivo un progetto legato agli scacchi. La proposta locale è iniziata nel 2015, su spinta della sezione umbra del Coni. Un’iniziativa avviata e proseguita grazie alla collaborazione dell’istruttore Mirko Trasciatti. Il maestro ha spiegato il gioco partendo dalle basi fino ad arrivare ai concetti più complessi, coinvolgendo i detenuti e organizzando anche incontri con giocatori professionisti.
Chess for freedom
Chess for Freedom è un progetto realizzato dalla Fide (la Federazione internazionale degli scacchi) in collaborazione con l’ufficio dello sceriffo della contea di Cook, Chicago, negli Usa. L’iniziativa si pone l’obiettivo di portare il gioco degli scacchi all’interno dei penitenziari per aiutare i detenuti fornendo loro occasioni di crescita personale e socialità.
Il progetto ha avuto inizio nel maggio 2021 con quattro nazioni aderenti ed un torneo di esibizione. Successivamente, nell’ottobre dello stesso anno si è tenuto il primo Campionato Internazionale di Scacchi per carcerati che ha visto la partecipazione di decine di detenuti. La data scelta, il 13 ottobre, è fortemente simbolica: infatti quel giorno si celebra la giornata internazionale dedicata all’educazione nelle prigioni.
I partecipanti si sono dati battaglia on-line, sfruttando le possibilità di connettività date dalla tecnologia. Alla fine, ha trionfato la Mongolia, sconfiggendo in una combattutissima finale lo Zimbabwe. Il torneo femminile ha invece visto vincitrici georgiane.
View this post on Instagram
Gli scacchi in carcere
Il gioco degli scacchi aiuta a migliorare la memoria e l’utilizzo del pensiero logico e analitico. Inoltre, fornisce ai detenuti una via di sfogo che aiuta ad alleviare ansia, stress e depressione. Una delle idee alla base del progetto è che l’abitudine al prendere decisioni oculate si possa riflettere anche nella vita fuori dal carcere.
Il progetto continua a ricevere il supporto della Fide, che ha anche tenuto una conferenza online sull’argomento. Nel corso dei mesi sempre più nazioni ed istituti penitenziari hanno aderito all’iniziativa, soprattutto in Europa e Africa, riscuotendo particolare successo in Russia, dove è stato spinto a livello nazionale anche grazie al coinvolgimento dell’ex campione del mondo Anatoly Karpov.
Lo scorso 25 aprile è stata annunciata la seconda edizione del torneo. La competizione si svolgerà nel 2022 nelle date del 13 e 14 ottobre. Potrà prendervi parte un team di quattro presone per istituto penitenziario, senza distinzioni di categoria per genere e età. Le partite si svolgeranno online e verranno trasmesse in diretta streaming dal canale YouTube ufficiale della Fide. Gli organizzatori si aspettano almeno 64 team provenienti da 31 paesi diversi e puntano a aumentare sempre più il numero di partecipanti.
Il Managing Director della Fide, Dana Reizniece-Ozola è convinto che il ruolo del progetto non sia limitato a organizzare tornei tra detenuti: «Insieme possiamo dare loro un’opportunità di tornare a vivere delle vite normali».
La Federazione scacchistica armena ha condotto una ricerca sui benefici psicologici del programma nei detenuti. Lo studio ha riscontrato una rinnovata e maggiore considerazione di sé nei partecipanti: il gioco ha dato loro una sensazione di libertà e freschezza oltre che l’opportunità di entrare in un ambiente sociale nuovo e stimolante. In fin dei conti, iniziative come questa aiutano gli istituti penitenziari a raggiungere il loro scopo ultimo: consentire un pieno ed effettivo reintegro nella società.
Cover photo © Alessio Vissani (Facebook Mirko Trasciatti)