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27 Maggio 2022La guerra in Ucraina sta facendo scalpore, non solo nella politica e nella società. Mobilitando le menti di persone di tutte le classi, di tutte le provenienze, di tutte le culture dell'Occidente.
Una guerra che scuote una civiltà che ha dato per scontata la pace. Una civiltà che conosce la guerra solo dalle storie raccontate da nonni e bisnonni o ai film epici di Hollywood.
Ma è proprio l'ondata di indignazione per questo incomprensibile atto di aggressione che ha messo in moto un processo che sembrava irrealizzabile in un Occidente caratterizzato da tante culture, ideologie e sistemi politici diversi: in questo momento di sofferenza la compassione, la partecipazione e la solidarietà prevalgono al di là delle frontiere.
Lo sport strumento di pace
Lo sport, in particolare, ha sempre dimostrato di essere uno strumento di pace. La solidarietà è parte dello spirito sportivo, un principio dei suoi valori e parte della sua ragion d'essere. E lo sport si rivela ancora più potente nei momenti in cui è necessario trasmettere messaggi di coesione.
È significativo che proprio in Germania si sia scatenata un'ondata di solidarietà senza precedenti. Un Paese che otto decenni fa è stato a sua volta aggressore; un Paese che a sua volta aveva trovato giustificazioni inconsistenti per l'occupazione di stati confinanti come pretesto per l'aggressione; un Paese segnato da una colpa collettiva che oggi alimenta gesti di solidarietà inediti, al grido di un motto: «Mai più!»
La popolazione, la politica, e soprattutto lo sport, esprimono con forza da settimane la loro partecipazione alle sofferenze dell'Ucraina. La solidarietà degli sportivi permea nelle interviste, nelle apparizioni televisive e sui social network. Grandi nomi che usano le loro voci influenti per una giusta causa.
You'll Never Walk Alone
In nessun altro Paese sono stati organizzati così rapidamente tanti eventi sportivi di beneficenza come in Germania. L'ideale del fair play, unito a un profondo senso di solidarietà, ha dato vita a storie meravigliose negli stadi tedeschi e in tanti altri luoghi dello sport.
Giganti della Bundesliga come il Borussia Dortmund e il Borussia Mönchengladbach hanno accolto rispettivamente le squadre della Dynamo Kiev e della nazionale ucraina in stadi gremiti di tifosi.
Al Signal Iduna Park di Dortmund il famoso inno «You'll Never Walk Alone» ha risuonato sugli spalti mentre scendeva in campo lo storico club ucraino del Dynamo Kiev. Spalti adornati con striscioni con su scritto «Stop War», contro la guerra – o piuttosto, per la pace. La partita ha raccolto 400 mila euro che andranno a sostegno della popolazione ucraina.
Al Borussia Park di Mönchengladbach, invece, a giocare contro la squadra di casa è stata la nazionale ucraina. Come a Dortmund, il risultato ha avuto un ruolo subordinato. Molto più importanti i 180 mila euro e le medicine che il Borussia ha donato, oltre ai proventi della partita, che andranno alle vittime della guerra.
Su scala minore, ma non meno importante, una squadra di pallamano del comune di Hirschberg, nel nord-ovest del Baden-Württemberg, ha sfidato la nazionale ucraina di pallamano in una partita di beneficenza. A riempire il palazzetto 1200 spettatori: il sindaco, visibilmente commosso, ha perso la voce, mentre gli atleti sono scoppiati in lacrime durante gli inni nazionali. Anche qui la popolazione, la politica e lo sport si sono uniti contro la guerra e hanno vissuto la solidarietà in tutte le sue sfaccettature.
I valori dello sport
Quello che conta è il messaggio di tutti questi eventi: il fair play prevale nello sport affinché prevalga nella vita. E nella politica, contro la guerra.
Comunità, solidarietà e fair play: la Germania sta dimostrando che questi valori non sono solo belle parole, ma una realtà che a volte ha bisogno di una piccola spinta per essere vissute autenticamente. E quando questo succede, soprattutto nello sport, succede in modo inarrestabile.